Se il calcio italiano è in crisi Antonio Conte scrive la ricetta per risollevarlo.
 
"Bisogna recuperare lo spirito di sacrificio e imparare a trasmetterlo ai calciatori sin da quando sono bambini - il proclama del ct, che ha concesso un'intervista al mensile 'Il nuovo calcio' -. Nelle scuole calcio si iniziano a inquadrare i giovani tatticamente, ma fino a una certa età è più importante lasciare la libera interpretazione dei gesti tecnici. Far divertire i giocatori. In Italia, rispetto ad altre nazioni d'Europa, abbiamo meno elementi in grado di saltare l'uomo".
 
Ci sono problemi anche dal punto di vista della preparazione atletica. "Abbiamo organizzato incontri con i tecnici di serie A, serie B e delle squadre Primavera e Allievi. Abbiamo notato che i ragazzi che si affacciano in prima squadra non sono pronti dal punto di vita fisico. Forse ci siamo dimenticati che un calciatore è anche un atleta", ha rilevato Conte.
 
Infine il tecnico salentino ha individuato un altro problema, l'alta età media dei nostri campionati: "I giovani forti devono giocare, se ne hanno le qualità. Buffon ha esordito a 16 anni, Pogba a 18. Io ho esordito in serie A a 16 anni e facevo tutti i lavori dei compagni più esperti. Anche Ranocchia, quando lo allenavo all'Arezzo, ha preso il posto del titolare al centro della difesa quando aveva 18 anni. Se un calciatore è forte, la sua carta d'identità non conta mai".

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